Un’opera maestosa: la conca di navigazione sul fiume Po. Una tecnologia all’avanguardia: Groundforce

07 set

Rendere il più grande fiume italiano navigabile tutto l’anno; aumentarne di 37 km la navigabilità; avvicinare il nostro paese agli standard dei più avanzati paesi europei: questo lo scopo della nuova conca di navigazione di Isola Serafini, una delle opere idroviarie più importanti d’Italia. 

Come noto, una conca di navigazione è un manufatto idraulico che permette di rendere transitabili canali e fiumi a differenti livelli. La parte centrale della conca è formata da una vasca delimitata da due muri di fìancata e da due porte a tenuta d'acqua. Quando un’imbarcazione entra nella conca, le porte si chiudono e l’acqua viene fatta salire o scendere attravenso acquedotti  fino a portare il natante in linea con lo  specchio d’acqua che ha di fronte.

Un’opera in cui è presente, con successo, l’azienda britannica Groundforce - attiva da 30 anni nel settore della puntellazione idraulica. 

La conca di navigazione di Isola Serafini fa parte dei programmi di potenziamento della navigazione sul fiume Po disposti da AIPO, l’Agenzia interregionale per il fiume Po e andrà a sostituire quella attuale (risalente agli anni ’60) la quale, a causa dell'abbassamento dei livelli idrici del fiume, risulta non più utilizzabile per buona parte dell'anno.

Il costo dell’opera è intorno ai 40 milioni di euro. La conca, che ha richiesto dieci anni di studio prima della progettazione definitiva, è concepita per il passaggio di imbarcazioni lunghe fino a 110 m e larghe 11,50 m, capaci di trasportare carichi fino alle 2.000 tonnellate. 

La grande vasca di navigazione sarà lunga 115 metri e larga 12,50 metri e prevede un tirante minimo d’acqua superiore ai 3 metri, anche in condizioni di magra. Un’opera imponente, per la cui realizzazione era necessaria una tecnologia ingegneristica all’avanguardia. 
Il progetto di Isola Serafini prevede infatti uno scavo fino ad una profondità di circa 18 metri dal piano campagna sostenuto da diaframmi in calcestruzzo profondi ben 35 metri. Data la considerevole profondità di scavo si è resa necessaria la realizzazione di elementi di contrasto atti a ridurre le deformazioni dei diaframmi in fase di scavo, a tale scopo è stato deciso di utilizzare i sistemi di puntellazione idraulica telescopica della Groundforce. Una soluzione alternativa alla carpenteria tradizionale ed alla realizzazione di tiranti che ha offerto molteplici vantaggi dal punto di vista realizzativo, economico e di tempi di esecuzione.

Racconta l’architetto Jacopo Zabeo di Groundforce: “Nel cantiere di Isola Serafini la sfida è stata quella di fornire un sistema di puntellazione di circa 28 metri in grado di sostenere carichi molto elevati in presenza di delta termici importanti. L’obiettivo, invece, era quello di dare all’impresa un sistema flessibile che permettesse lo spostamento rapido della nostra attrezzatura in concomitanza con l’avanzamento del cantiere in modo che con un limitato numero di elementi si riuscisse ad eseguire tutta l’opera. Vorrei sottolineare che in questo caso, per coprire tutti i 110 metri di scavo, è stato utilizzato un totale di solo 16 puntoni, installati su due livelli di contrasto e con un interasse di circa 5,50 metri” 

Racconta l’ing. Giordano Ciarlo, Direttore Tecnico del cantiere: “In fase di studio, i quattro ordini di tiranti previsti sono stati sostituiti dai puntoni Groundforce, suggeriti dalla direzione lavori. I tiranti, realizzati in un terreno sabbioso in presenza di acqua di falda, si sarebbe potuto rivelare di difficile realizzazione, come abbiamo visto in importanti lavori idraulici in altre regioni  italiane. Il sistema tradizionale di puntellazione in carpenteria metallica, invece, avrebbe potuto dare problemi in fase di smontaggio per via della dilatazione, con in più un potenziale rischio di infortuni.”

Prosegue l’ing. Ciarlo: “I vantaggi della tecnologia Groundforce sono notevoli dato che i puntoni idraulici sono sempre regolabili e con un limite di sorveglianza consentito fino alle 900 tonnellate (anche se in questo cantiere ci siamo dati un limite inferiore, ovvero 650 tonnellate) e con celle di controllo che consentono di monitorare continuamente il carico.”

In questo cantiere infatti, per la prima volta in Italia, è stato usato il sistema remoto di monitoraggio del carico. Su 4 dei 16 puntoni noleggiati per la costruzione della conca, sono state installate celle di carico che tengono costantemente sotto controllo le reazioni all’interno dei puntoni. Qualora dovessero verificarsi delle anomalie rispetto agli sforzi previsti da progetto, il sistema provvederà immediatamente ad inviare un allarme ai cellulari e alle email indicate dal cliente.

I puntoni utilizzati sono gli MP500, con portata massima fino a 5000 kN (SLE). La loro lunghezza sfiora i 28 metri (e la luce massima a cui tali elementi possono arrivare, senza necessitare di opere di sostegno intermedie, è di ben 50 metri) e sono composti da un’unità idraulica con un’estrusione di 500 mm connessa ad estensioni modulari di diametro pari a 1220 mm. Ad oggi in cantiere ci sono 16 puntoni di questo tipo installati a partire da febbraio 2015. Il sistema di puntellazione è impiegato su due livelli in quanto la quota di fondo scavo è a circa -18,00 metri dalla quota del piano campagna. 
La soluzione di GF è stata scelta anche per la riduzione notevole dei tempi di lavorazione. Trattandosi di un lavoro “in avanzamento”, la possibilità di riuscire a spostare un puntone da 27 metri in poche ore contribuisce notevolmente alla velocità di realizzazione dell’opera.

Racconta l’architetto Zabeo: “Per questo intervento, l’assistenza tecnica in cantiere di Groundforce si è limitata ad eseguire un’approfondita formazione ed informazione del personale tecnico del cliente sull’utilizzo e sulla manutenzione della nostra attrezzatura, dopodiché, il cliente stesso, per tutta la durata del cantiere, ha provveduto in autonomia a gestire l’installazione, la rimozione e la movimentazione dei nostri puntoni.

L’unica operazione che ci siamo riservati di eseguire personalmente è stato lo spostamento dei ricevitori wireless dei segnali provenienti dalle celle di carico installate sui puntoni. Operazione resasi necessaria dal fatto che l’opera si estendeva in avanzamento per una lunghezza di circa 110 m (il ricevitore Groundforce, infatti, ha un raggio operativo di circa 60 metri). Data la delicatezza e l’importanza di tale intervento abbiamo dunque preferito che esso venisse eseguito dai nostri tecnici specializzati”

I puntoni Groundforce verranno mantenuti a sostegno dello scavo fino al completamento delle strutture in Cemento Armato, una volta realizzate le porte vinciane. Dopo di che, non resterà che navigare efficacemente.